In corrispondenza dell'equinozio di Autunno, la città di Guastalla si è riempita di vita, colori e profumi. Come nelle antiche fiere paesane, adulti e bambini erano intenti ad ammirare le mille forme dei fiori e dei frutti, ad assaggiare e comprare antiche e strane varietà che solo gli anziani ricordano di aver assaporato. Oggi questa ricchezza è chiamata biodiversità, e mentre anni fa era normale e vitale coltivare tante cultivar e specie differenti della stessa pianta, per poter sopravvivere (se una varietà si ammalava e quell'anno non produceva cibo, altre varietà resistevano alla malattia, permettendo di passare l'inverno senza morire di fame. Il fatto di scegliere di coltivare una sola varietà, magari perché migliore di sapore o più produttiva, è un passo miope, che già storicamente ha causato migliaia di morti: la Grande Carestia irlandese tra il 1845 e il 1849 è un esempio. Una patologia delle patate causata da un fungo, distrusse un terzo circa del raccolto di una stagione e l'intero raccolto del 1846 e del 1948. Si sarebbe potuto evitare quella tragedia coltivando varietà differenti di patate, come fanno tutt'oggi i nativi delle Americhe. Lo stesso vale per qualunque pianta coltivata, un'elevata variabilità genetica assicura la sopravvivenza delle specie vegetali, e di conseguenza la nostra. Oggi l'agricoltura industriale intensiva predilige poche cultivar, che resistano ai pesticidi, abbiano bisogno di poche cure, magari siano prive di semi, poichè mira unicamente a a produrre grandi quantità in poco tempo e a costi minori, sfruttando al massimo il terreno. Per questo, grandi estensioni di terreno sono coltivate con piante tutte uguali (monoculture), ingrossate con concimi chimici e difese con i pesticidi. Lo stesso discorso si può fare per l'allevamento degli animali, mucche che producono centinaia di litri di latte e hanno mammelle enormi, polli, conigli e maiali allevati in batteria,. Tutti identici, costretti a vivere in pochissimo spazio. Molte delle "razze" che popolavano le aie delle fattorie nel secolo scorso, non potevano vivere rinchiuse nelle gabbie, producevano meno latte e meno uova, e piano piano hanno smesso di essere allevate. Sono 130 le razze di animali d'allevamento dichiarate in pericolo d'estinzione dall'Unione Europea, e oggi sono tanti gli allevatori che tentano di salvaguardarle anche grazie alla possibilità di educare i più giovani alla loro conoscenza, grazie a fattorie didattiche e servizi di cura e assistenza terapeutica come l’ippoterapia o l’onoterapia. W gli asinelli!! Le antiche varietà di mele, pere, fichi, prugne, uva e zucche si fanno ammirare e chiamare per nome per metri e metri di allestimenti, tra le vie del centro storico e illuminate dalla luce del sole che penetra dalle vetrate in stile Liberty che compongono il tetto del magnifico Palazzo Ducale, antica residenza dei Gonzaga, che oggi accoglie il Museo della città. Associazioni culturali, aziende specializzate nella ricerca, coltivazione e diffusione delle specie antiche, Istituti agrari che guardano al futuro consapevoli di dover partire dalla cultura e dalla valorizzazione del patrimonio che viene dal passato. Nonostante il clima arido di questa fine estate, era presente una ricca mostra micologica, tantissimi funghi lignicoli, del sottobosco e ipogei...i tartufi! Oltre ai frutti antichi, tra le vie della città era possibile curiosare e portare a casa piante carnivore, peperoncini e e pomodori di ogni forma e colore, ammirare i fiori delle piante dei superfoods che vanno tanto di moda oggi: curcuma, gojiberry, Schisandra, mirtillo siberiano...io sono tornata a casa con un carico di piante aromatiche:dragoncello, coriandolo, e lemongrass che andranno ad arricchire di ricordi di paesi lontani i miei piatti. I colori dell'Autunno appena iniziato? Rosso e arancio, gli ultimi frutti che la terra ci dona in abbondanza prima dell'arrivo del freddo. Pronti a conservare queste delizie? Con i pomodori verdi, che non giungeranno a maturazione, si confeziona una deliziosa confettura. Durante la vendemmia, si porta a casa un po' di mosto dell'uva nera più dolce, l'Ancellotta e si fa una bella scorpacciata di sughi, mentre una parte del mosto bolle lentamente per trasformarsi in saba. Con le rose ancora fiorite, prima della potatura, si confeziona lo sciroppo che accompagnerà dolci e gelati, portando un soffio di primavera nel grigiore delle giornate invernali tipiche della Pianura Padana. Poi le zucche, che quest'anno data la poca pioggia caduta in estate, hanno una polpa compatta e dolcissima, sono squisite! Le adoro cucinate al forno senza nessuna aggiunta, come ripieno dei tortelloni e protagoniste di vellutate e risotti dal colore del sole. Io la utilizzo anche per preparare una confettura aromatizzata al cardamomo e cioccolato. Peperoncini, di ogni forma, colore e gradi di piccantezza, che ho scoperto misurarsi con un'apposita scala, quella di Scoville, sono stati una delle attrazioni più fotografate e parlando con gli espositori ho scoperto che saranno protagonisti di una festa dedicata, il 9 Ottobre prossimo a Parma. Per chi di voi ha portato a casa questi focosi concentrati di vitamine, è importante non sbagliare a conservarli. Se decidete di metterli in olio, prima fateli essiccare bene, in modo da evitare lo sviluppo di botulino e muffe. Se volete prepararli da freschi, ci sono due modi di procedere per non incorrere in problemi di salute: conservarli sott'olio previa salamoia, oppure la cottura in olio, che utilizzo prevalentemente per i piccantissimi e profumatissimi habanero. Ricordate di maneggiarli con i guanti! Gironzolando tra le bancarelle ho incontrato delle amiche! Le volontarie dell'Associazione A.Di.p.A formata da appassionati botanici e giardinieri, che svolgono un'importante attività di tutela e diffusione della biodiversità tramite la conservazione e lo scambio di semi: l’A.Di.P.A. pubblica ogni anno l’Index Seminum, una lista di diverse centinaia di specie i cui semi possono essere richiesti dai soci. Ogni specie è corredata di una descrizione e di notizie sulla coltivazione, spesso basate su esperienze dirette dei soci, e questo ne fa anche una importante risorsa enciclopedica. I semi sono il futuro. Per la mia immensa felicità, tra le attrazioni di Guastalla che ho avuto la fortuna di poter visitare c'è stata una fantastica biblioteca, la Maldotti, lascito del sacerdote guastallese cav. Marc'Antonio Maldotti, nel 1791. Una ventina di incunaboli, oltre millecinquecento cinquecentine, edizioni di pregio dei secoli successivi, nonché un ricco fondo moderno di opere relative in particolare alla storia dell’arte e a quella del territorio, una ricca e pregevole quadreria, importanti raccolte di stampe, gride, monete, medaglie, erbari, fotografie, manifesti, tesi di laurea sono quanto la biblioteca offre oggi agli studiosi nell'imponente palazzo in via Garibaldi, sua sede dalla metà dell’Ottocento. Sarà una delle mie prossime mete, l'accesso è gratuito e sono consultabili tutti i testi pubblicati dopo il 1970 in buono stato di conservazione. Se invece amate il Teatro, potrete assistere agli spettacoli in programma al "Ruggero Ruggeri", osservati dalle dee ed ai putti rappresentate nei magnifici affreschi che impreziosiscono il soffitto. Trovate approfondimenti e tante informazioni utili per visitare la città di Guastalla e godere del buonissimo cibo di queste zone sul sto del Comune e in questo bellissimo portale pieno di fotografie ed informazioni. Un ringraziamento alla Sindaca e a tutti gli organizzatori per l'ospitalità e il magnifico lavoro svolto. Buon viaggio! Isy
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