Se raccogliete le nespole quando sono ancora acerbe e le addentate, vivrete la stessa esperienza che si prova mangiando dei cachi acerbi: le procianidine, molecole della classe dei flavonoidi conosciuti come tannini, che interagiscono con le proteine salivari durante la masticazione e determinano la sensazione astringente, di "allappamento".
Sono le stesse sostanze che troviamo ad esempio nelle mele e nell'uva, che danno il sapore tannico al vino rosso. Per questo, quando ancora questi frutti erano davvero importanti nell'economia domestica di sopravvivenza, le nespole venivano raccolte e messe a maturare nelle cantine fresche e buie, coperte di paglia, all'interno di cassette di legno o ceste. Tante informazioni su come usarlo e riconoscerlo su Grennme!
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Cresco la mia uva in montagna, sopra gli 800m. ed il mio giardino è un piccolo ecosistema brulicante di insetti, uccelli e altri animaletti.Come ogni anno dalle mie 5 piante di vite ottengo abbastanza uva da farmi trascorrere notti insonni, a pigiarla e trasformarla in mosto, per poi preparare i sughi, che ogni autunno mia nonna faceva andando a cercare in campagna l'uva ancellotta, nerissima e dolcissima, perché dovevano risultare di un bel colore viola scuro... La ricetta di mia nonna era di un cucchiaio di farina per ogni bicchiere di mosto. Io preferisco utilizzare l'amido di mais, che è senza glutine e da una bella consistenza cremosa. La dose migliore per me è utilizzare 100 g di amido di mais per 1l e mezzo di mosto. Ecco la ricetta. Alcuni cibi sono vere e proprie medicine per il nostro corpo. Tra questi, i semi di canapa ed i loro derivati.Diciamolo, il sapore dei semi e della farina di canapa non è proprio "delicato" e adattarli al mio palato è stata un'impresa ardua, ma ci sono riuscita. Potete leggere ovunque delle loro fantastiche proprietà nutrizionali di questi semi, del fatto che sono perfettamente legali e assolutamente privi di principio attivo allucinogeno, ma ricchissimi di sostanze preziose per il nostro organismo. Un esempio? Sono altamente proteici e parliamo di proteine di origine vegetale di altissima qualità. Ci sono otto aminoacidi principali che il corpo umano non riesce a produrre in sufficiente quantità e deve ricercare negli alimenti. Le proteine sono fatte di catene di aminoacidi a legame peptidico sequenziati in vario modo, in infinite combinazioni. Anche i semi di lino sono ricchi di aminoacidi essenziali, e altri semi oleosi, ma nessuno ha la concentrazione proteica dei semi di canapa: i semi di canapa contengono tutti gli aminoacidi e gli acidi grassi essenziali per mantenere il corpo in salute: non esiste altra pianta che sia altrettanto nutriente e digeribile, una fonte di 22 minerali, 13 vitamine, 8 aminoacidi e 2 acidi grassi essenziali (omega 6 e omega 3). L'acido gamma linoleico è attivo nella riduzione del colesterolo ed è presente nel latte materno umano. I semi di canapa sono quindi un alimento importantissimo per i vegetariani e indispensabile per i vegani ed i vegetariani. Il frutto
I semi di canapa decorticati, che vedete qui sotto, sono stati privati del guscio: quando utilizzate il "seme intero" state in realtà utilizzando il frutto, che è un achenio proprio come i piccoli frutti secchi del dente di leone portati in giro dal vento grazie ai piumini (pappo). Dentro ogni frutto c'è un seme solo. Secondo la teoria del "similia similibus curentur" (vedi il mio articolo sulla teoria delle segnature) di Ippocrate, in natura troviamo in ciò che ha l'aspetto dell'organo da curare, la cura stessa. Per questo la canapa è associata alla cura del sistema circolatorio, e come in molti altri casi la medicina non scientifica è risultata esatta: è stato provato il suo potere di proteggere il sangue dalle insidie dell'ipercolesterolemia. Questo Aprile ci ha stupito sia positivamente che negativamente, con il cado estivo e la brusca discesa di temperatura degli ultimi giorni, che ha congelato le fioriture anticipate di Sambuco, Robinia, Biancospino, e tante altre piante che, ingannate dal caldo, si sono offerte alle api. Nelle foto potete vedere la differenza dello stesso luogo, la "Strada della Cavalla" a Rivalta (RE) ad appena sette giorni di distanza. Grazie a tutti i partecipanti per l'attenzione e la passione con cui mi hanno ascoltata, anche io da voi imparo sempre molto.
Le diverse specie di Cannabis è sono piante da sempre importantissime per gli esseri umani: sia da un punto di vista pratico che culturale, e potrebbe diventarlo sempre di più se i divieti posti nell'ultimo secolo ad un suo libero utilizzo fossero superati. Non voglio trattare qui il tema della liberalizzazione di questa pianta, quanto del fatto che le potenzialità che essa offre a noi esseri umani sono davvero incredibili, e vietarne indiscriminatamente l'utilizzo, oltre che un crimine è inutile: chi la vuole utilizzare come droga sa sempre come trovarla, e forse il proibire qualcosa lo rende immediatamente molto più desiderabile.
Insieme al luppolo, appartiene alla famiglia delle Cannabaceae ed è una pianta che cresce facilmente in terreni dove altre faticano e non ha bisogno di pesticidi di nessun tipo perchè i suoi oli essenziali la proteggono dagli insetti. Le diverse varietà della canapa erano, prima dell'avvento del Proibizionismo, diffusissime in tutto il mondo fin dall'antichità, e utilizzate in vari e numerosissimi campi: dal fusto si ricavavano carta pregiata, corde, abbigliamento, fibre plastiche, concimi naturali (arricchisce il terreno) e tessuti di vario genere; i semi (molto ricchi di acidi linoleici, vitamine e amminoacidi essenziali) erano usati nell'alimentazione tramite la spremitura in olio o anche come combustibile per candele; foglie ma soprattutto fiori venivano utilizzati in particolare nella medicina umana e veterinaria sostituendo gran parte dei medicinali industriali presenti oggi in commercio; inoltre parti di pianta servivano per fabbricare cosmetici come creme, shampoo e saponi. L'Italia era una delle maggiori produttrici mondiali di questa pianta, e l'industria della canapa fu distrutta dalla necessità di fare spazio ai nuovi materiali plastici derivati dal petrolio, che dovevano sostituire i materiali fatti in canapa, biodegradabili, non inquinanti e parte di una cultura sviluppata in migliaia di anni a livello globale: la canapa fa parte della storia dell'essere umano. Io ho ereditato dalla nonna asciugamani, lenzuola, copriletti tessuti a mano con la canapa dalla sua famiglia, e utilizzandoli devo dire che è un tessuto davvero resistentissimo, oltre che molto bello. Oggi, con la ricerca di uno stile di vita più naturale e il ritorno ai vecchi tessuti, la canapa è tornata alla ribalta e vengono di novo prodotti (costosissimi) abiti e accessori con questa pianta. Come lino e lana, la canapa ha una struttura molecolare che isola il corpo dall'eccessivo calore, assorbendo i raggi solari, e riesce a mantenerlo invece in inverno, lasciando la pelle respirare. Grazie all'Istituto di Medicina Naturale Orizzonti, a partire da Settembre 2016, avrete la possibilità di partecipare gratuitamente a seminari informativi e formativi in tutta Italia, tenuti dagli esperti del del benessere naturale. Quest'anno ci sarò anche io, con l'associazione Percorsi Corpo Mente Spirito,a parlare di erboristeria casalinga, miele e riscoperta delle antiche tradizioni di guarigione naturale. Sempre più sta maturando la consapevolezza che la Salute sia un bene primario e, come tale, debba essere difeso e tutelato. Nel 1966 il dott. A.Seppilli (già direttore del Centro per l'Educazione Sanitaria di Perugia) così ha definito la Salute: "La salute è condizione di armonico equilibrio funzionale, fisico e psichico, dell'individuo dinamicamente integrato nel suo ambiente naturale e sociale." Ne deriva la necessità per ognuno di noi di: CONOSCERE, COMPRENDERE, SCEGLIERE e AGIRE. Ecco l'importanza dell'informazione al fine di divulgare quelle conoscenze basilari utili ed indispensabili per poter adottare un corretto stile di vita e concretizzare nella vita quotidiana prevenzione e benessere. In quest'ottica la SALUTE non è solo un diritto ma anche un dovere, ognuno di noi ha il dovere di conoscere e di informarsi, di proteggere la propria salute nella consapevolezza di partecipare ad un bene che appartiene all'individuo, alla famiglia e alla società intera. E' inizato tutto in una mattina freddissima, così fredda da farmi rimpiangere l'umidità notturna delle 4 di mattina emiliane, una volta atterrata a Brindisi. Freddo, così freddo in Puglia? Ebbene si, mi confermano che è normale, a volte, in inverno. Fortunella. Giovanna mi rincuora con un orzo caldo e un pasticciotto monumentale ed i brividi scompaiono: pronte a partire, direzione Roccaforzata, in provincia di Taranto. Qui sopra, la magnifica vista da casa sua, dove la sera stessa sono invitata a parlare dei miei viaggi in Africa e a cucinare cibi di quei luoghi agli ospiti. Sono arrivata in Puglia con una valigia piena di Africa: platano, tamarindo, okra, manioca in tutte le forme, burro d'arachidi, cocco, olio di palma vergine, karkadè, zenzero e peperoncini. In aeroporto nessuna ispezione, incredibile
In corrispondenza dell'equinozio di Autunno, la città di Guastalla si è riempita di vita, colori e profumi. Come nelle antiche fiere paesane, adulti e bambini erano intenti ad ammirare le mille forme dei fiori e dei frutti, ad assaggiare e comprare antiche e strane varietà che solo gli anziani ricordano di aver assaporato.
Oggi questa ricchezza è chiamata biodiversità, e mentre anni fa era normale e vitale coltivare tante cultivar e specie differenti della stessa pianta, per poter sopravvivere (se una varietà si ammalava e quell'anno non produceva cibo, altre varietà resistevano alla malattia, permettendo di passare l'inverno senza morire di fame. Il fatto di scegliere di coltivare una sola varietà, magari perché migliore di sapore o più produttiva, è un passo miope, che già storicamente ha causato migliaia di morti: la Grande Carestia irlandese tra il 1845 e il 1849 è un esempio. Una patologia delle patate causata da un fungo, distrusse un terzo circa del raccolto di una stagione e l'intero raccolto del 1846 e del 1948. Si sarebbe potuto evitare quella tragedia coltivando varietà differenti di patate, come fanno tutt'oggi i nativi delle Americhe. Lo stesso vale per qualunque pianta coltivata, un'elevata variabilità genetica assicura la sopravvivenza delle specie vegetali, e di conseguenza la nostra. Valmarecchia, Rimini: corso di erboristeria casalinga e alimurgia con l'Associazione Mamae.10/15/2016 Immagini dalla bellissima giornata di sole che ci è stata regalata e dei piatti e dei rimedi che abbiamo "cucinato" insieme. Grazie a tutti!
Conosciuto come fico degli Ottentotti il genere Carpobrotus appartiene alla famiglia botanica Aizoaceae. Questa pianta dalle foglie grasse è stata importata dal Sud Africa e piantata un po’ ovunque per stabilizzare le dune sabbiose. Avendo trovato nei topi, golosi dei suoi frutti, un veicolo per diffondere i suoi semi, ed essendo rustica e di rapida crescita, è ora una pianta infestante che cresce soprattutto nelle regioni costiere. Di solito qui da noi si trovano Carpobrotus acinaciformis e due sottospecie diCarpobrotus edulis, subsp. edulis e subsp. parviflorus, che ha fiori più piccoli di circa 50 mm di diametro, mentre in Sud Africa sono presenti sette specie. I suoi grandi fiori fucsia o gialli compaiono da Aprile a Settembre e lasciano il posto a frutti carnosi simili a fichi d’India in miniatura, a mio parere, più che ai fichi comuni.
n questo momento mi torvo in Grecia, e per la prima volta ho trovato i frutti che sono riusciti a completare la loro maturazione: in Italia non mi è mai capitato, quindi ho colto l’occasione al volo, li ho raccolti ed assaggiati. La parte commestibile è quella interna, piena di semini immersi in una mucillagine liquida e saporita. Il profumo è ottimo, di frutta, mentre il sapore mi ha stupito, è leggermente salato e acido, poi arrivano al palato delle sorprendenti note di…caramella alla fragola e ananas, simile ad un aroma artificiale. La parte carnosa sotto la buccia è meno salata e più dolce. Buono, non me lo aspettavo, ma la consistenza viscida non è tra le cose che preferisco. Se ne troverò una grande quantità, proverò a trasformarli in una confettura agrodolce, da servire con formaggi o piatti salati in generale. |
Impara,
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